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la terra

loucas

Nouveau poète
#1
Siamo proscritti tra l'universo e le sue sciagure nel clima stabile al bello, somma di catastrofi algebriche, se la linea dei tuoi occhi, ammessa la simmetria, se la linea delle apparenze rivanga terre gelide in quel taglio d'occhi che rallegra e tartassa perché ridente e lontano, gli occhi della profonda estate artica, perché ne sono trascinato e messo al corrente. Ma poi ne so poco, anzi nulla. Perché dov'ero, chi lo sa, e mi scaldavo ai fuochi d'ogni ferita inferta alle terre non mie. Cos'era, il principio, forse un frutto o l'esito di una metafora che non si seppe realizzare, e allora siamo oscillanti tra vita e maggiori spazi, pure se la tua semplicità è la più presuntuosa fra le espressioni. Le ombre, sulle cicatrici, si posano ondivaghe dichiarando le piccole morti di giorno in notte ma i suoni dalla bocca di mare si costringono vivi nell'aria spenta, tornando a visitare questa superficie ammobiliata che nelle parole di rammarico imbastisce messaggi e congedi